Medico, scienziato e giornalista.
Il contributo di Perusini alla scoperta dell’Alzheimer

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di Pierluigi Roesler Franz

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Mi complimento molto per la nuova e importante campagna di prevenzione promossa dalla Commissione di Casagit Salute in collaborazione con la Fondazione Igea Onlus per individuare, contrastare e ritardare i sintomi di demenze e la perdita della memoria.

Mi permetto anche di segnalare che il suo: “Invecchiamento del cervello e Alzheimer? Prevenire si può” dovrebbe essere forse aggiornato perché accanto al nome del professor Alois Alzheimer di Monaco di Baviera, manca il nome dell’altro scopritore italiano di questa grave malattia, Gaetano Perusini (1879-1915), grande medico, scienziato e giornalista friulano, collaboratore di giornali italiani ed esteri, morto eroicamente a 36 anni nella Grande Guerra e decorato con la medaglia d’argento al valor militare alla memoria.  Perusini è uno dei 267 giornalisti ricordati nel libro “Martiri di carta: i giornalisti caduti nella Grande Guerra”, pubblicato nel 2018 da Paolo Gaspari di Udine per conto della Fondazione sul giornalismo “Paolo Murialdi”, di cui fa parte la Fondazione Casagit.

Entrambi gli scienziati sono peraltro indicati nel titolo della legge regionale del Lazio dl 12 Giugno 2012 n. 6 riguardante il “Piano della Regione Lazio in favore di soggetti affetti da malattia di Alzheimer-Perusini ed altre forme di demenza”, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Regionale n. 31 dell’11 agosto 2012, https://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/2012/08/11/31/s3/pdf

Il 7 dicembre 2015 in occasione del centenario della sua scomparsa le Poste italiane emisero uno speciale annullo postale che potrebbe rappresentare anche una curiosità filatelica probabilmente di valore perché per un banale refuso il timbro dell’annullo riporta un’erronea data della morte del prof. Perusini, cioé il 7 dicembre 1915, anziché l’ 8 dicembre 1915.

Gaetano Perusini, terzogenito di Andrea (valentissimo medico, Primario dell’Ospedale Civile di Udine) e di Paolina Cumano (figlia di un eminente chirurgo di Trieste). La sua famiglia era una delle più in vista di Udine, agiata, di nobili origini e di principi patriottici. Restò orfano del padre a 6 anni. Suo fratello Giacomo, Presidente della Croce Azzurra, morì 22 giorni prima di lui all’ospedale di Cormons. Aveva anche un altro fratello, Costantino, presidente della Croce Rossa di Cormons.

Nacque a Udine il 24 febbraio 1879 in un palazzo di via Aquileia (per l’Albo d’Oro dei Caduti risulta, invece, la data erronea del 28 febbraio 187), distretto militare di Sacile. Anche nella commemorazione funebre del 10 dicembre 1915 l’allora Sindaco di Cormons Antenore Marni affermò erroneamente che Gaetano Perusini era nato a Cormons.

Fu il “co-scopritore” dell’Alzheimer. Nella clinica psichiatrica di Monaco di Baviera ebbe, infatti, assieme al dottor Alois Alzheimer un ruolo di assoluto rilievo nella definizione di questa malattia della terza età che dovrebbe chiamarsi, invece, “Alzheimer-Perusini” o “Perusini-Alzheimer”.

Professore di medicina, fu uno dei più noti personaggi della scienza medica all’inizio del Novecento. Neuropsichiatra, anatomopatologo e neurologo di fama mondiale. I suoi studi neuropatologici restano tuttora – dopo oltre un secolo – di grande attualità scientifica. Fu anche cavaliere e libero docente di psichiatria e neuropatologia all’Università di Roma.

Sin da ragazzo la sua crescita fu influenzata dalla forte personalità materna che guidò i suoi studi, invogliandolo alla medicina. Diplomatosi a soli 16 anni nel Regio Liceo “Iacopo Stellini” di Udine, frequentò per i primi 4 anni l’Università di Pisa e completò la sua formazione all’Università di Roma, dedicandosi alla psichiatria. Si laureò in Medicina a soli 22 anni, discutendo una tesi di Antropologia criminale scritta sotto la guida del professor Augusto Giannelli, con cui prese forma il progetto della sua tesi su “L’apparecchio passivo di masticazione nei delinquenti”, di cui era relatore Sante De Sanctis. Un ricco estratto della sua tesi di laurea fu pubblicato nel 1902 dalla “Rivista di discipline carcerarie”.

Trasferitosi nella capitale nel 1902, si dedicò alla psichiatria: frequentò il Manicomio della Lungara (poi demolito) e la Clinica Psichiatrica del Prof. Giannelli, dove conobbe anche Ugo Cerletti, ideatore dell’elettroshock, con cui scrisse numerose pubblicazioni. Fece poi la sua prima esperienza alla clinica psichiatrica di Monaco. E lavorò anche a Zurigo e Milano. Durante la sua permanenza presso le più note Università estere apprese nuovi metodi di studio e li riversò a tanti giovani medici che avevano bisogno dei suoi consigli e delle sue indicazioni.

Medico valente e coraggioso crebbe in lui – assieme alla passione per le malattie mentali – anche l’interesse per l’anatomia patologica, grazie alla frequenza assidua del prestigioso laboratorio del professor Giovanni Mingazzini, venendo così a porsi le basi che lo faranno aderire alla concezione “organicistica” delle malattie mentali, di cui fautore a livello europeo era il neuropatologo tedesco Emil Kraepelin. La sua modestia, il suo attaccamento al dovere, il tratto signorile, il profilo spiccato e l’occhio intelligente facevano maggiormente rifulgere il suo valore di scienziato e di cittadino.

Redattore capo della “Rivista sperimentale di psichiatria” e dei “Folia neurobiologica” editi a Lipsia e collaboratore delle principali riviste mediche italiane, francesi, tedesche, olandesi e statunitensi, come gli “Annali dell’Istituto psichiatrico della Regia Università di Roma”, la “Rivista sperimentale di freniatria” e “The journal of mental pathology” di New York.

Molto apprezzato anche all’estero, pubblicò una cinquantina di lavori che gli dettero grande notorietà come quelli sulla struttura del cervello senile e del midollo spinale, sul cretinismo, sul gozzo endemico e sulla paralisi generale progressiva, nonché su altri complessi problemi della psichiatria e delle neuropatologie. Nel 1906 elaborò uno studio “Sui caratteri detti ‘degenerativi’ delle sopracciglia (vortici sopraccigliari e sopracciglio – frontali)”.

Alcune rarissime sue pubblicazioni sono consultabili solo alla Biblioteca del Ministero della Salute in Via Giorgio Ribotta 5 a Roma Eur.

Durante il Primo conflitto mondiale si arruolò volontario come sergente medico. Nel giro di pochi mesi venne promosso due volte: prima a tenente, poi a capitano, divenendo Comandante della 2^ Sezione di Sanità.

Mise ogni sua proprietà a disposizione dei militari svuotando persino le sue case dagli inquilini per alloggiarvi un Ospedale della Croce Rossa dove per un tragico segno del destino poi morì. Orgoglioso della sua nobile missione accorreva sempre tra i primi a portare nei posti più avanzati il più efficace soccorso a chi versava il sangue per la Patria, e nei più aspri cimenti a tutti era d’esempio per sublime spirito di abnegazione e per nobile slancio umanitario. Fu un esempio del dovere fortemente e scrupolosamente sentito e compiuto.

Morì a Cormons (Udine) l’8 dicembre 1915 alle ore 16 nell’Ospedale di guerra n. 11 (istituito proprio per la munificenza della famiglia Perusini in una Villa di campagna di sua proprietà che fu adibita a Sezione di Sanità) per le gravissime ferite riportate in un centro di medicazione a San Floriano del Collio il 28 novembre 1915 mentre con un barelliere .stava trasportando un ferito in un’ambulanza.

A breve distanza scoppiò, però, una granata e venne investito da palle di shrapnel. Ma con il suo corpo fece da scudo al ferito in barella e si accasciò su di lui salvandogli così la vita. Il capitano Perusini morì dopo 10 giorni di agonia, ma restò lucido fino alla fine. Il piccolo centro medico fu raso al suolo in pochi minuti da granate e cannonate nemiche a riprova dell’accanimento degli austroungarici nei confronti delle sezioni sanitarie italiane.

Nel 1916 gli fu conferita la medaglia d’argento al valor miliare alla memoria con questa motivazione: “Di servizio al posto avanzato della sezione di sanità, mentre la casa ove il posto stesso si trovava era fatta segno a violento fuoco di artiglieria nemica, con mirabile sangue freddo, continuava a prestare l’opera sua ai numerosi feriti, finché cadde mortalmente ferito. San Floriano, 28 novembre 1915”.