Cuori malati: effetto Covid su assistenza e prevenzione

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Il settore cardiovascolare è stato uno dei più colpiti dalla pandemia: ne hanno risentito i servizi di diagnosi e cura. Ridotti anche i controlli preventivi, che ora possono essere un volano per ripartire. Anche per i soci di Casagit Salute

di Stefano Menna

31 marzo 2022 – Il cambiamento degli stili di vita, l’impatto della pandemia e la generale riduzione di esami e controlli negli ultimi due anni hanno provocato una più ampia diffusione delle malattie cardiovascolari. E un incremento particolarmente significativo (+20/25%) di aritmie, miocarditi, pericarditi, cardiopatie ischemiche, ictus cerebrali e trombo-embolie, si registra proprio tra coloro che hanno contratto il Covid.

Un recente studio pubblicato dalla rivista Nature Medicine, sulle conseguenze a lungo termine dell’infezione da Sars-CoV-2, mostra come l’infezione da Coronavirus sia correlata a un rischio del 72% più elevato di andare incontro a scompenso cardiaco, +62% per l’infarto, +52% per l’ictus. L’incidenza delle conseguenze è inoltre associata alla gravità dell’infezione stessa: più pesante la malattia da Covid, più pesanti gli effetti su vasi e cuore. Tanto che l’associazione dei cardiologi americani ha appena presentato sul Journal of the American College of Cardiology un documento di consenso che segna la rotta per affrontare il cosiddetto “long Covid”, quando a essere colpito è appunto l’apparato cardiovascolare.


In crisi assistenza e servizi ai pazienti

Nonostante simili studi non permettano di trarre conclusioni definitive e generalizzabili, questi dati rappresentano un campanello d’allarme. Anche per il nostro Paese, dove già altri indicatori destano preoccupazione. Sul fronte dell’assistenza, un’indagine condotta durante l’ultima ondata pandemica dalla Società italiana di cardiologia in 45 ospedali ha rilevato che ben il 68% dei nosocomi è stato costretto a ridurre i ricoveri dei pazienti cardiopatici. La metà ha diminuito l’offerta degli esami diagnostici e il 45% ha tagliato le visite ambulatoriali. Il 22% ha dovuto eliminare posti letto in terapia intensiva cardiologica, reparto nel quale il 18% delle strutture ha contingentato il personale medico e il 13% quello infermieristico.

Non va meglio dal punto di vista dei pazienti, costretti a lunghe liste di attesa, poca informazione e scarsa adesione ai protocolli terapeutici e di prevenzione. Lo sottolinea la ricerca effettuata da Cittadinanzattiva, Federazione italiana medici di famiglia e Società italiana di cardiologia interventistica sulla qualità dei servizi e le reti di presa in carico per i pazienti cardiologici. Difficoltà di accesso alle prestazioni e disuguaglianze territoriali disegnano un percorso di cura a macchia di leopardo, che rischia di vanificare l’efficacia degli interventi: quasi la metà dei cittadini si è vista sospendere o rimandare le visite, appena il 3% è stato inserito in programmi di telemedicina. Solo un terzo delle strutture pubbliche rispetta i tempi di attesa per visite ed esami, mentre i pazienti lamentano scarsa informazione sulla prevenzione.


Il ruolo chiave degli stili di vita

Proprio su quest’ultimo punto, la prevenzione, si gioca ora una partita decisiva – anche per recuperare esami e controlli periodici cancellati o rinviati a causa della pandemia. Con tumori, patologie respiratorie croniche e diabete, le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morbosità, invalidità e mortalità in tutto il mondo. Solo in Italia sono responsabili del 35% di tutti i decessi, con quasi 230 mila morti ogni anno. Diventa quindi prioritario ridurre il rischio attraverso comportamenti modificabili, ovviamente seguendo protocolli e terapie, ma prima di tutto promuovendo l’adozione di stili di vita sani. Evitare il consumo di bevande alcoliche, non fumare, seguire un’alimentazione equilibrata e praticare attività fisica regolare permette di ridurre il peso di diabete, obesità, ipercolesterolemia e ipertensione arteriosa: tutte condizioni che favoriscono l’insorgenza di patologie ancor più gravi.


L’impegno di Casagit Salute: prevenzione e appropriatezza

La mutua Casagit Salute è da sempre sensibile e attenta a offrire ai propri associati e ai loro familiari servizi adeguati di prevenzione, anche in ambito cerebro e cardiovascolare. La Commissione su prevenzione e malattie di genere, nominata dal Cda e coordinata dal vicepresidente vicario Gianfranco Summo, dopo aver individuato le direttrici sulle quali concentrare gli sforzi (campagne di sensibilizzazione, sinergie con altre realtà attive sul fronte della prevenzione, valutazione delle ricadute del Covid, monitoraggio delle iniziative nazionali ed europee), è ora impegnata nella programmazione di specifiche iniziative di educazione e informazione sanitaria. L’obiettivo è orientare al meglio gli associati verso un’attività di prevenzione consapevole, mirata e appropriata.

Fonti